martedì 26 gennaio 2016

"Tutto è imprevedibile": intervista all'autore Stefano Iachella

-          Benvenuto Stefano ne “Lo Scaffale delle Swappine”.


-          Ti conosco solo come l’autore del racconto breve “Tutto è imprevedibile” (di cui parleremo tra poco). Vuoi presentarti a me e ai lettori?
Brevemente: ho 27 anni, sono nato in provincia di Pisa e poi ho vissuto per studio a Padova, Roma, Londra e Madrid. Sono laureato in Comunicazione e appassionato di fotografia. Ho i capelli riccioluti e non mi mangio le unghie!



“Tutto è imprevedibile”
   
      Come nasce? 
Questo racconto breve è nato a Padova, nel 2009. Mi ero trasferito in questa città da poco, per iniziare l’università. Sono stato ispirato da quello che accadeva intorno a me. Tutto, in effetti, è iniziato dal rumore di un pedale che batteva nel copricatena di una bicicletta.

La scelta della forma narrativa del racconto è stata casuale o voluta?
Entrambe, in realtà. Ho iniziato a scrivere per disegnare, con poche e veloci pennellate, una storia che evidenzia quanto gli stereotipi culturali siano ancora radicati nelle nostre menti. Il racconto, ad una seconda lettura, mi è sembrato troppo lungo e dispersivo e quindi ho deciso di renderlo veramente sintetico, quasi affilato.

-          All’interno del racconto un potente e preponderante elemento evocativo è rappresentato dai colori: quale è il tuo rapporto con questa componente del mondo che ti circonda? Per quale motivo hai deciso di dargli uno spazio così significativo nella tua opera?
Nel racconto scrivo che i colori “sono il filtro che ho per entusiasmarmi della realtà”. Lo confermo: i colori condizionano la lettura di quello che abbiamo intorno. Ultimamente, però, ho deciso di scattare foto in bianco e nero, per la maggior parte. Anche il bianco e nero (con tutta la scala dei grigi) hanno un ruolo importante nel racconto.

-          Quando ti sei reso conto che stavi scrivendo qualcosa di importante, che valesse il rischio di essere rifiutato e/o pubblicato? E quale è stata la sensazione provata in quel momento: più vicina alla felicità o più vicina alla paura?
Ho scritto il racconto e l’ho lasciato in un cassetto per cinque anni. Dopo l’ho ripreso, riletto e modificato. Il risultato non mi convinceva e l’ho fatto leggere a degli amici. I loro commenti mi hanno reso felice (quasi orgoglioso).

-          Ho trovato un’intensa corrispondenza tra l’immagine scelta come cover dell’ebook e l’andamento di “turbinante” del tuo racconto. Ci spieghi la tua scelta?
Tutto è imprevedibile. La vita ruota così veloce che gli eventi si rincorrono, ci sorprendono, ci impauriscono. La vita poi continua a vorticare, e allora torna a entusiasmarci e a farci sorridere. Nel racconto breve succede tutto in poche pagine: è un lampo.

-          Si sa che il titolo di un’opera non è una scelta banale e casuale: è il timbro che rimarrà impresso nella memoria dei lettori. Puoi svelarci cosa si nasconde dietro al titolo “Tutto è imprevedibile”?
Si nasconde lo sguardo di chi, per un attimo, si ferma a pensare e a osservare. Il racconto, in poche pagine, mostra un susseguirsi di eventi che il protagonista non avrebbe mai saputo neanche immaginare.

-          Come ti sei approcciato al mondo dell’editoria? Quale è stata l’accoglienza del tuo racconto?
Ho inviato lo scritto al concorso “Racconti Toscani” ideato dall’Associazione Culturale Historica che ha selezionato e poi pubblicato il racconto. Questo evento mi ha stimolato molto: ho impaginato i capitoli, creato la copertina e pubblicato l’e-book su Amazon. Le recensioni dei lettori mi riscaldano molto.

-          Quanto è difficile per i giovani scrittori emergenti trovare il proprio posto nell’infinito universo della scrittura?
È molto difficile. Ma è vero che la passione e la determinazione spesso sono ottimi alleati.

-          Qualche consiglio per i lettori che coltivano la tua stessa ambizione?
Semplicissimo: tentate. Provate a scrivere e poi a pubblicare, da soli o con l’aiuto di professionisti. Su carta o in digitale. Con immagini o senza. Tutto iniziando tuffandosi.



Non ti limiti solo alla scrittura: un’altra tua passione è la fotografia. Come dimorano in te scrittura e fotografia?
Queste due passioni spesso dialogano,  come quando mi piaceva molto “scrivere delle fotografie”: scattavo una foto e poi scrivevo una sorta di didascalia, di lettera. Un esempio è Breve lettera sul bacio



 Quali sono i tuoi progetti per l’immediato futuro? Ti vede nuovamente impegnato come scrittore?
      Mi piacerebbe provare a scrivere qualcosa di più “corposo”, mi serviranno almeno 10 anni!


      Grazie per aver soddisfatto la mia curiosità. A presto
Grazie alle Swappine per aver letto l’e-book e avermi dedicato spazio e tempo! È stato un piacere conoscervi



Una cravatta smarrita, le tele, i colori, il bianco, il viola, il vino. Oggi, domani, domani l’altro.
Nel vorticoso susseguirsi dei minuti, dei giorni, degli istanti che compongono la sua vita, Alessio si trova dinanzi all’inaspettato, l’imprevedibile, con tutta la sua potenza e irruenza.
Le parole si susseguono velocemente, in alcuni momenti sembrano quasi liquide. Leggendo ho avuto l’impressione di essere entrata in un imbuto, di acquistare velocità man mano che mi approssimavo all’uscita.
Ma c’è qualcosa di più: imprevedibile non è solo ciò che accade ad Alessio; imprevedibile è ciò dinanzi al quale ci ritroviamo. Imprevedibile è la nostra reazione alle parole sottintese e al loro scontro con quelle ben impresse sulla pagina.
“Tutto è imprevedibile” è un proiettore: delle nostre idee stereotipate e dei nostri preconcetti.
“Tutto è imprevedibile” è una cabina di decontaminazione.


-Vicky

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