venerdì 22 aprile 2016

Da Sherlock ad Amleto: una sera a teatro con Benedict

In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di William Shakespeare (1564 - 1616), la campagna Shakespeare Lives ha pensato a qualcosa di particolare per tutti gli amanti dell'autore e del teatro: dare l'occasione di assistere, in diretta satellitare, all'Amleto messo in scena al National Theater di Londra, interpretato da Benedict Cumberbatch.
Si tratta di un evento da record, a cui hanno preso parte persone da 25 paesi diversi, trasmesso nelle nostre sale il 19 e il 20 aprile. 225.000 spettatori, tra cui noi due, Vicky (♣) e Giuls (♠), che siamo qui per raccontarvi le nostre impressioni ed emozioni durante la visione dello spettacolo.



♠: Ho conosciuto Sir William alle scuole medie, grazie alle lezioni di letteratura inglese e a quelle di recitazione. Da inguaribile romantica quale sono, ho lasciato che facesse breccia nel mio cuore sin da subito. Ma Shakespeare non è solo amore, ed è stato al liceo che ho capito quanto i temi da lui trattati fossero incredibilmente odierni.
Tre anni fa, invece, mia mamma si è laureata in Lettere moderne all'Università di Bologna, e per un esame ha dovuto riprendere in mano Shakespeare. E' stato un piacere veder girare per casa le sue opere e parlarne assieme, un'occasione grazie a cui ho imparato qualcosa di nuovo e mi sono resa conto di quanto sia vasto il suo mondo... e di quante ne ho ancora da leggere!
Ho poi amato Benedict in tanti film, ma mai come in Sherlock, di cui sono un'appassionatissima fan. Poterlo vedere nei panni di Amleto era quindi un'occasione da non perdersi! In più amo andare a teatro, nel 2013 infatti ho visto Romeo and Juliet a Broadway, con Orlando Bloom.
♣: L'ambito nel quale ho avuto il primo incontro con Shakespeare è stato, anche per me, quello scolastico; le opere a cui sono affezionata sono Romeo e Giulietta e Macbeth, amore e potere lavati nel sangue. Di Amleto non avevo che una conoscenza sommaria della trama, con il suo più che celebre monologo "Essere o non essere": l'occasione che mi si è parata dinanzi era troppo ghiotta per lasciarmela scappare. Assistere ad una pièce teatrale messa in scena da un cast eccezionale al National Theater di Londra allo stesso prezzo di un qualunque film? E quando mi ricapita! 


♠: Vorrei iniziare dicendo un grande e sonoro "wow". Avevo aspettative molto alte e dico con estremo piacere che sono state ampiamente superate. L'ambientazione e le scenografie in primis mi hanno lasciata a bocca aperta. Pensavo si trattasse di qualcosa di più essenziale, dal momento che lo spettacolo si apre con Amleto accanto a qualche contenitore di legno e ad un giradischi... e invece, non appena si aprono le porte di questa fantomatica stanza, entriamo in un mondo in cui l'antico e il contemporaneo si mescolano e si abbracciano armoniosamente, in cui anche la semplicità e lo sfarzo si bilanciano e, a volte, si danno il cambio, senza mai ricadere nella banalità. I costumi viaggiano sulla stessa frequenza e anch'essi sono veramente belli. C'è poi da dire che vedere un Amleto con la maglia di David Bowie ed un Orazio hipster è qualcosa di epico!
Il cast e le rispettive interpretazioni sono eccezionali. Ho apprezzato tantissimo i monologhi, ho avuto più volte la pelle d'oca! Ciò che mi ha colpita di più è l'effetto slow-motion creato dagli attori per fermare una scena e avere un focus su un personaggio in particolare. Tutto avviene in modo estremamente naturale e fluido, sembra quasi di spiare la mente di Amleto per poi tornare freneticamente al mondo esterno, come se l'orologio si fosse quasi fermato.
E' sicuramente uno spettacolo impegnativo e lungo, ma ne è valsa assolutamente la pena! E anche se non eravamo sulle poltrone del teatro bensì su quelle del cinema, per quasi tutta la durata non me ne sono nemmeno accorta. Le riprese poi erano in alta definizione, vedere le lacrime e il sudore degli attori è stato emozionante, mi sono quasi commossa. Le musiche e gli effetti sonori mi hanno rapita.
Ofelia è stata interpretata in modo brillante, con il cuore. Nessuna delle interpretazioni per me è stata scontata, e questa è stata una di quelle che mi hanno totalmente conquistata. Polonio e Laerte non sono stati da meno, il secondo poi è impersonato con grande pathos. Anche Gertrude mi ha colpita, soprattutto verso la fine dell'opera, lei e Ofelia sono state estremamente drammatiche ed entrambe le attrici bravissime.
E poi, ovviamente, c'è Amleto. Benedict l'ha incarnato in modo superlativo, con un pizzico d'ironia e buffonaggine che viene ripresa qua e là durante lo spettacolo. La sua interpretazione, proprio perché sua, è qualcosa che mai ho visto prima, una prova ulteriore di quanto sia talentuoso. Più volte, guardandolo, ho avuto un nodo alla gola. Penso si tratti della punta di diamante di questa produzione così ben riuscita e originale, soprattutto nei dettagli. E' stata una serata fantastica!
♣: Ebbene sì, questo è stato il mio primo incontro ravvicinato del terzo tipo con il teatro. Come descriverlo? Intenso e impegnativo.
La visione in lingua originale - e non semplicemente inglese, ma inglese elisabettiano - con il supporto dei sottotitoli in italiano, ha reso l'atmosfera vibrante e imponente ma ha avuto l'inconveniente di distogliere l'attenzione dello spettatore dalla recitazione per concentrarla sulla lettura e comprensione dei dialoghi e monologhi.
La caratura degli interpreti, ai quali è stato affidato l'importante compito di riportare per l'ennesima volta in scena un dramma che ha debuttato ben 400 anni fa e del quale esistono innumerevoli  e illustri rappresentazioni, fa si che non abbia il sapore di una minestra riscaldata.
L'ambientazione e i costumi, frutto della fusione tra vecchio e nuovo, aiutano gli attori e tutta la squadra di produzione nell'arduo compito di trasportare le vicende del principe di Danimarca e immortalarle nella mente e nel cuore di un pubblico abituato a spaziali effetti speciali e computerizzazione.
Al di là di una naturale ammirazione per Benedict Cumberbatch che si carica con tragicità e passionalità del peso di un personaggio così sfaccettato e della sua smisurata eredità, hanno suscitato la mia ammirazione i personaggi di Ofelia, folle di dolore e ignara vittima degli eventi e degli intrighi, e di Laerte, caricato dell'onere di vendicare le sue morti e infine pentito per il vile stratagemma ideato.



A Londra per celebrare il 400esimo anniversario della morte del Bardo di Avon non si fanno mancare nulla: perchè non rinominare le fermate della metropolitana e dedicandole ai più celebri personaggi usciti fuori dalla sua piuma?*

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*fonte: illibraio.it


Vogliamo lasciarvi con i passaggi dell'opera che abbiamo preferito:
♠: "I must be cruel, only to be kind: Thus bad begins and worse remains behind." / "Debbo esser crudele solo per esser giusto. Il male ha già avuto inizio, e il peggio rimane ancora da compiersi." (Amleto: atto III, scena IV)
♣: " Lord, we know what we are, but we know not what we may be."/ "Signore, sappiamo ciò che siamo, ma non sappiamo ciò che potremmo essere." (Ofelia: atto IV, scena V)


Giuls & Vicky

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