domenica 2 luglio 2017

Elisabetta I, Carolly Erickson

TITOLO: Elisabetta I – La vergine regina
AUTORE: Carolly Erickson
EDITORE: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2000
PAGINE: 356
PREZZO: 15,50 euro
GENERE: Biografico
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RECENSIONE DI: Chiara
VOTO:★★★

Eliza is the fairest Queene,
That ever trod upon this greene.
Elizaes eyes are blessed starres,
Inducing peace, subduing warres.
Elizaes hand is christal bright,
Her wordes are balme, her lookes are light.
Elizaes brest is that faire hill,
Where Vertue dwels, and sacred skill,
O blessed bee each day and houre,
Where sweet Eliza builds her bowre.

(Elisa è la più augusta sovrana / che mai mise piede su questa terra. / Gli occhi di Elisa sono stelle lucenti, / recano la pace, placano la guerra. / Le mani di Elisa sono lucido cristallo, / le se parole sono balsamo, i suoi sguardi brillanti. / I seni di Elisa sono dolci colline, / ove abitano Virtù e sacre qualità, / siano santificati ogni giorno e ogni ora, / laddove Elisa crea la sua dimora.) 

In questo romanzo viene ripercorsa l’intera vita di Elisabetta I, regina di Inghilterra dal 1558 al 1603. Il libro inizia qualche mese prima della sua nascita quando sua madre, Anna Bolena, viene incoronata regina di Inghilterra. Nella prima parte del libro, infatti, non vediamo propriamente Elisabetta ma l’attenzione si concentra sui suoi genitori e le vicende che ruotavano intorno a questi, in particolar modo quelle che hanno portato Enrico VIII ad allontanarsi da Anna Bolena (fino a condannarla a morte) e a cercare altre mogli fino alla sua morte (questa parte della storia è raccontata in modo eccelso da Antonia Fraser ne Le sei mogli di Enrico VIII) dopo la quale salì al trono il giovanissimo figlio Edoardo (avuto dalla terza moglie Jane Seymour) che morì, però, 7 anni dopo cedendo il posto alla sorella maggiore Maria, figlia di Caterina d’Aragona, prima moglie di Enrico VIII e fervente cattolica, tratto ereditato dalla figlia, in opposizione al padre e ai due fratelli che erano invece protestanti. Maria aveva così tanta paura di perdere il trono in favore della sorella che fece rinchiudere per due mesi Elisabetta nella torre di Londra concedendole di ritornare a corte solo nel momento in cui si convinse di aspettare un figlio che avrebbe quindi “eliminato” la minaccia di Elisabetta come erede al trono (anche se si scoprì, poi, che in realtà la regina Maria non era incinta ma aveva un tumore). E, nonostante avesse fatto di tutto per evitarlo, alla fine, in punto di morte designò Elisabetta come futura erede che diventò, quindi, regina nel 1558. Fin dall’inizio del suo regno non ebbe, però, vita facile. Da una parte doveva fronteggiare i cattolici che non volevano una regina protestante, da un’altra chi non la riteneva la legittima erede e voleva sul trono la regina Maria di Scozia. Inoltre, essendo sempre stata cagionevole di salute, nessuno si sarebbe aspettato che sarebbe sopravvissuta a lungo anche se alla fine, a dispetto di tutto, si rivelò essere un’abile regina che governò per più di 50 anni. D’altronde come lei stessa disse

Essere re e portare una corona è cosa più gloriosa per chi l’osserva ma meno piacevole per chi la fa

Viene ripercorsa tutta la sua vita: il suo amore per Robert Dudley, la guerra con la Scozia e quella con la Spagna, i vari intrighi e le sue strategie politiche fino alla sua morte nel 1603. Insomma, ne risulta un ritratto molto dettagliato e molto interessante che non annoia il lettore ma lo cattura. Inoltre, una piccola cosa che me lo ha fatto piacere ancora di più sono le epigrafi di ogni capitolo, prese da ballate e poesie di epoca Tudor (come quella a inizio di questa recensione). Se amate la storia, perciò, non potete non leggerlo.

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