AUTORE: Raphaëlle Giordano
EDITORE: Garzanti
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2017
PAGINE: 215
PREZZO: 16,90 euro
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RECENSIONE DI: Chiara
VOTO: ★★★★☆
«”Abbiamo altrettanto
bisogno di ragioni per vivere che di mezzi per vivere”, diceva l’Abbé Pierre. Non
deve dire che non ha importanza. Ne ha moltissima, invece! I mali dell’anima
non vanno presi alla leggera. Ascoltandola, ho quasi l’impressione di sapere di
cosa soffre […] Lei probabilmente soffre di una forma di abitudine acuta»
Durante un diluvio Camille ha un
piccolo incidente d’auto. Purtrppo per lei la macchina non riparte e, perciò,
l’unica cosa che può fare è avviarsi a piedi. Dopo una decina di minuti arriva
al cancello di un’abitazione e i proprietari, Claude e sua moglie, le
permettono di entrare e chiamare i soccorsi. Ma sarà proprio Claude, un “abitudinologo”,
che l’aiuterà maggiormente. Infatti, lui afferma di poter dare una svolta alla
sua vita.
Purtroppo sviluppare la capacità di essere felici non è materia di
insegnamento scolastico. Eppure esistono delle tecniche. Si può essere ricchi
sfondati e molto infelici o, al contrario, avere poco e riuscire a godere della
propria esistenza come nessun altro…la capacità di essere felici si allena, si
rafforza, giorno dopo giorno. Basta ricedere il proprio sistema di valori, rieducare
il nostro sguardo sulla vita e sugli eventi. Ma a volte c’è bisogno di un aiuto.
Di un ambasciatore della felicità, diciamo.
Questo romanzo mi ha incuriosita fin da quando è uscito. Nel complesso
devo dire che mi è piaciuto, motivo per cui gli ho dato 4 stelle su 5. Questo
perché la storia risulta molto scorrevole e piacevole da leggere. Inoltre, è
una storia che può far riflettere sulla propria vita. Camille è infatti una
donna assolutamente ordinaria, con un marito e un figlio e un posto di lavoro a
tempo indeterminato. Tuttavia, è insoddisfatta della propria vita. Non è sicura
del momento in cui ha cominciato a sentirsi così, sa solo che questa ora è la
sua realtà
Quand’è
che le cose erano cambiate? Con l’arrivo di Adrien? Dopo che Sébastiene aveva ottenuto
la promozione? Va a sapere…Il risultato, tanto, era lo stesso: sprofondata
nelle sabbie mobili coniugali, imprigionata in un’esistenza di meccanismi ben
oliati, prendevo coscienze di una vita di coppia insipida che aveva finito con
il perdere ogni sapore, come un chewing gum troppo masticato.
L’incontro con Claude, un personaggio davvero eccentrico, le darà
però modo di iniziare a guardare la propria vita sotto un altro punto di vista permettendolo
di riacquistare quella felicità che credeva perduta. Ci sono, però, un paio di
punti che non mi hanno pienamente convinta. Innanzitutto, lei non ci mette
troppo a fidarsi di Claude e a iniziare il percorso che la farà stare di nuovo
bene. Tuttavia, lei non ha idea di cosa sia l’abitudinologia” però ci va
ugualmente. Cioè, andarsi ad informare un attimo prima di iniziare un percorso
con un completo sconosciuto che hai visto una volta sola no? Peraltro, lei esegue qualsiasi
missione lui le assegna. Mah, sarò io ad essere diffidente ahahah. Un altro
punto che mi ha convinto poco, è che questo percorso che intraprende viene
reso, a mio parere, in modo troppo semplicistico. La teoria che c’è dietro è,
infatti, vera (in alcuni punti mi è sembrato di cogliere riferimenti alla PNL,
come l’ancoraggio positivo) però non credo che sia così semplice attuarla come
viene presentata nel libro. D’altronde, questo viene detto anche nel libro
L’aspetto
più complicato non è fare le cose una volta, è farle tutti i giorni. “Noi siamo
quel che facciamo abitualmente”, diceva Aristotele. Ed è vero. Diventare persone
migliori, più felici ed equilibrate richiede fatica e sforzi costanti. Vedrà che
la difficoltà non sta nel sapere cosa bisognerebbe fare per stare meglio, ma
nell’impegnarsi con convinzione e nel passare finalmente dalla teoria alla
pratica.
Comunque, nel complesso, è una bella storia e ve la consiglio. Si tratta
poi di un libro breve per cui si legge anche in poco tempo.
Attenzione!!!!!Per chi non lo ha letto non leggete le seguenti righe se non
volete spoiler!!!
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Non so perché ma il finale, cioè quando Claude passa a Camille il
compito di aiutare qualcun altro diventando lei stessa un’abitudinologa
(peraltro un mestiere inventato dato che Claude in realtà è un architetto), mi
ha ricordato la serie tv Being Erica. Infatti, anche lì Erica, dopo aver terminato
la terapia col dottor Tom (che le permetteva di viaggiare nel passato), diventa
lei stessa una dottoressa col compito di aiutare gli altri.
Il titolo di questo libro mi ha sempre incuriosito, ma per qualche motivo mi ero convinta fosse una scemenza. Dopo questa recensione penso che gli darò un'opportunità.
RispondiEliminaMi fa piacere che ti abbia convinta ^_^
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